Domenica di Risurrezione – A –
Prima d’iniziare mi metto alla presenza del Signore, chiedendo il dono del suo Spirito Santo perché possa pregare la Parola guidato/a da Lui, docile come Maria, attenta e disponibile a lasciarmi trasformare come il Signore voglia …
Lectio:
Leggo il Vangelo di questa domenica, lo rileggo e scruto ogni parola, verbo, mi soffermo nei personaggi che compaiono. In questa lettura spirituale della Parola, nella quale uso il mio intelletto, non mi affretto, lascio che il mio essere interiorizzi la Parola …
Il Vangelo che la Liturgia oggi ci offre è Gv 20,1-9, chiamato anche “del sepolcro vuoto”. Prendo questa Parola bellissima e la leggo con attenzione, ne faccio una seconda lettura. Attenzione: ci sono tre personaggi di rilievo: Maria Maddalena, Pietro e il discepolo amato.
Di tutti e tre si dice che corrono e che videro, ma … con intensità diversa! Infatti, la distanza che c’è dal giardino dove era stato sepolto il Signore fino al cenacolo, dove molto probabilmente erano i discepoli, è considerevole, quindi non è così naturale che loro corrano, … e lo fanno tutti e tre. Mi rendo conto quindi che è un messaggio dell’evangelista che vuole mostrare il movimento, l’impulso a cercare il Signore, la fretta per incontrarlo. Ma solo il discepolo amato corre più veloce … come a dire che è l’amore che spinge il movimento, e lui aveva un rapporto davvero intimo con il Signore, era amato e amava il Signore con tutto il cuore.
Si ripetono i verbi del vedere, ho detto prima che i tre discepoli vedono, ma non in forma uguale e l’evangelista sottolinea questo usando verbi diversi che noi non possiamo cogliere bene dalla traduzione. Per Maria si usa il verbo blepo che indica un vedere fisico, semplicemente: vedere, senza concentrarsi, senza interiorizzare. Per Pietro si utilizza il verbo theorein che indica un osservare, vedere con attenzione e scrutare con la mente ogni cosa. Per il discepolo amato si usa pure blepo quando arriva al sepolcro e rimane fuori, ma poi, quando entra si usa un altro verbo: orao, che vuol dire guardare, contemplare, vedere con il cuore, la mente e tutto l’essere.
Infine, ci sono i “segni” che parlano da soli! Il sepolcro è vuoto, non c’è il corpo del Signore che era stato deposto là. La pietra è ribaltata … i teli sono posati là e il sudario è piegato e si trova in un altro posto. Il sepolcro mi indica che non c’è nessun morto … la pietra che qualcosa di misterioso e grande è successo perché essa era molto pesante per spostarsi da sola o da una sola persona. I teli e il sudario poi, mi indicano che il corpo non è stato rubato, perché essi si trovano ordinati, nessun ladro lascia le cose ordinate e meno le bende che hanno avvolto un cadavere!
Meditatio:
È il momento di capire il senso del testo, nella meditazione colgo il messaggio, mi detengo a ripetere poi, ciò che mi ha colpito maggiormente… Poi l’attualizzo con la mia vita, mi lascio confrontare con la Parola
In questa domenica, come ho potuto comprendere nella lectio, la Parola è ricchissima e piena di messaggi, non c’è solo un senso o un messaggio. Proviamo a cogliere alcuni più importanti:
Questo vangelo parla di “discepoli”, sono coloro che avevano seguito il Signore da vicino durante tutto il suo ministero pubblico. Loro si mobilizzano di fronte alla possibile perdita del corpo del loro Maestro, perdere Gesù completamente è troppo per loro, hanno bisogno di aggrapparsi a qualcosa, almeno un corpo morto, ma Dio vuole farli fare un passo in più, Giovanni ce lo mostra con la corsa più veloce del discepolo amato. Quando amo, mi mobilito di più, non ho tempo da perdere, cerco, voglio vedere … guardare … contemplare.
Nei verbi del vedere c’è un vero e proprio progredire, la fede richiede questo cammino, loro non vedono allo stesso modo perché la loro persona è diversa, hanno una storia diversa con il Signore e la loro personalità si mostra con una fede ancora in gradi distinti: Maria ama, crede, ma è troppo ferma al rapporto umano, infatti più avanti il Signore le dirà di non trattenerlo. Pietro crede, ma nel momento della prova è stato debole e ora vuole rendersi conto bene cosa sta accadendo, non vuole più essere impulsivo come sempre, vuole osservare, comprendere. Il discepolo amato, guarda, e al guardare lo fa con il cuore per questo si apre alla fede. Ma cosa crede? Il testo rimane nel silenzio, il discepolo ideale, quello modello per noi, crede che il corpo non è stato rubato, vede i segni e questi gli parlano, non è ancora la fede completa, di fatto si dirà al v. 10 che i discepoli se ne andarono a casa, cioè come se non avessero capito niente. Il discepolo crede che è successo qualcosa di straordinario, ma non riesce a coglierne il senso profondo, non si è incontrato ancora con il Signore risorto, non ha ricevuto lo Spirito e dunque la sua fede deve ancora crescere.
Quale dei discepoli son io? Come mi mobilito per cercare il Signore? Come vedo i segni che si presentano nella mia vita: persone, avvenimenti, ecc? Cosa sta dicendo la Parola a me, ora?
Oratio:
La meditazione di questa Parola che il Signore mi ha donato si fa preghiera…
- Ti lodo, Signore della Vita!
- Perché davvero ti riveli ai piccoli e semplici
- e vuoi che io mi apra alla tua manifestazione.
- Donami occhi attenti, aperti, docili
- per vedere e guardare ciò che tu mi vuoi mostrare,
- per cogliere il tuo messaggio che mi trasforma e mi rinnova
- a partire dalla tua Risurrezione. Amen
Contemplatio
Entro nel cuore di Dio, il mio centro solo deve essere Lui, il suo Figlio, lo Spirito Santo, solo Dio… quella Parola che mi aveva colpito la faccio mia, mi dovrebbe aiutare, come anche il silenzio, ad aprire il mio cuore a Dio. La contemplazione, non è un andare in estasi o vedere Dio con gli occhi del corpo, è sentire profondamente la sua presenza che invade il mio essere, è silenzio, è pace…
Alla fine della preghiera, ringrazio sempre il Signore per i doni che mi ha concesso e mi offro a Lui perché si compia in me la sua Volontà.
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