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Quarta Domenica di Pasqua – A –

maggio 7th, 2017 Posted in Lectio Divina della Domenica

buonpastorePrima d’iniziare mi metto alla presenza del Signore, chiedendo il dono del suo Spirito Santo perché possa pregare la Parola guidato/a da Lui, docile come Maria, attenta e disponibile a lasciarmi trasformare come il Signore voglia …
Lectio:
Leggo il Vangelo di questa domenica, lo rileggo e scruto ogni parola, verbo, mi soffermo nei personaggi che compaiono. In questa lettura spirituale della Parola, nella quale uso il mio intelletto, non mi affretto, lascio che il mio essere interiorizzi la Parola…
Oggi siamo invitati a soffermarci sul Vangelo di Gv 10,1-9, ben conosciuto come il Vangelo del buon Pastore, che in realtà continua durante alcuni versetti dopo quello che propone questa Liturgia domenicale.
Appena facciamo la prima lettura del testo notiamo che è discorsivo, cioè Gesù parla, non ci sono narrazioni o dialoghi, solo un cronista che fa un piccolo accorgimento e poi continua a parlare Gesù. In questa lettura avvertiamo anche, che la similitudine usata da lui appartiene all’ambiente di pastori e di pecore, forse poco conosciuto ai nostri giorni, ma da come Egli ne parla, si nota che conosce molto bene come funziona ogni minima situazione, al punto che pure noi veniamo ad apprenderne bene i costumi.
Una cosa chiama l’attenzione mentre leggo: Gesù non solo dice che Egli è il buon Pastore, ma anche che è la porta, e questo sconcerta un poco. È possibile che lui sia tutte due? Che senso hanno le sue parole? Anche perché lui inizia dicendo che è il buon Pastore, poi che è la porta e finisce ripetendo di essere il pastore che è venuto perché abbiamo vita.
Gesù parla qui di ladri e briganti e lo ripete tre volte, quindi pure queste frasi hanno il loro peso. Per capire meglio, dobbiamo leggere le stesse spiegazioni che dà Gesù: loro salgono da un’altra parte, le pecore non li conoscono e perciò non li seguono, anzi fuggono da loro, e si tratta di quelli che sono venuti prima del Signore facendosi passare per il Messia atteso e rubano, distruggono e uccidono.
Per ultimo, incontriamo che sia il Pastore, come la porta, hanno un rapporto intimo, spontaneo con le pecore: il primo le chiama per nome, le conosce e sa quante sono, infatti spinge addirittura l’ultima. Per la porta loro entrano ed escono liberamente, trovano buon nutrimento e soprattutto si salveranno. In tutto questo contesto, l’ultima frase di Gesù è veramente illuminante: lui è venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza!
Meditatio:
È il momento di capire il senso del testo, nella meditazione colgo il messaggio, mi detengo a ripetere poi, ciò che mi ha colpito maggiormente… Poi l’attualizzo con la mia vita, mi lascio confrontare con la Parola.
Dopo queste riflessioni, procediamo con la nostra meditazione, cercando di cogliere il senso, e questo vangelo, ce lo presenta in modo molto chiaro.
Partiamo dall’inciso dell’evangelista: loro non capirono di che cosa parlava con questa similitudine. Ecco, si sta dirigendo a noi! E lo fa perché sa che neanche noi capiremo facilmente come Gesù possa essere porta e pastore allo stesso momento, quindi ci dice di prestare attenzione perché la similitudine sta rimandando ad un altro livello, al messaggio più profondo.
Capendo questo, subito ci vengono in mente il rapporto che Gesù pastore e porta ha con le pecore, e ricordiamo che conclude questa pericope dicendo che lui è venuto perché abbiano la vita in abbondanza. Ecco, il Signore vuole che il suo gregge, la Chiesa fondata da lui, tutti i suoi discepoli che lui conosce bene, addirittura per nome! imparino ad ascoltare la sua voce, a seguirlo, ad avere tale fiducia e libertà che potranno andare e venire, potranno cibarsi della Parola e dell’Eucaristia, perché il pascolo è abbondante, dato che si salveranno stando con Gesù, unico mediatore tra il Padre e noi, ecco perché è porta.
Però Gesù sa bene, che girano attorno alle pecore ladri e briganti, cioè falsi pastori, che in nome anche di Cristo cercheranno di deviare i discepoli dalla verità, perché loro distruggono, rubano e uccidono, solo pensano al loro profitto.
Come è attuale il Vangelo di questa domenica! Veramente se il Signore cammina con noi, davanti a noi mostrandoci la Via che egli stesso è, se lui ci chiama e noi ascoltiamo la sua voce e lo seguiamo, se ci alimentiamo del suo Corpo e della sua Parola che è Verità, allora sì che avremo la vita, perché lui è la Vita. Ma c’è ancora oggi il pericolo, e direi più che mai, che io segua altre voci, altri pseudo pastori che mi promettono una vita facile, parole apparentemente persuasive ma che non solo non contengono la verità, ma distruggono, rubano la propria identità, tolgono la vera vita…
Come è il mio rapporto con Gesù oggi? Seguo le nuove mode con metodi di preghiera, dei guru che mi promettono di risolvere facilmente i miei problemi, le mie malattie, ecc.?
Oggi è la giornata di preghiera per le vocazioni, per tutti coloro che il Signore chiama per nome ed invita a seguirlo più da vicino, per essere anche lui o lei un annunciatore della vita vera. Sono disposto/a a lasciarmi interpellare da lui? Mi libero per poter cogliere la sua voce tra le mille voci che mi circondano? Ecco, io non sono pecora (quella è la similitudine), ho la mia responsabilità e la mia libertà per rispondere: lo farò?
Oratio:
La meditazione di questa Parola che il Signore mi ha donato si fa preghiera…
Dalla Liturgia di oggi:

      O Dio, nostro Padre,
      che nel tuo Figlio ci hai riaperto
      la porta della salvezza,
      infondi in noi la sapienza dello Spirito,
      perché fra le insidie del mondo
      sappiamo riconoscere la voce di Cristo,
      buon pastore,
    che ci dona l’abbondanza della vita.

Oppure, il Salmo 23:

      Il Signore è il mio pastore:
      non manco di nulla.
      Su pascoli erbosi mi fa riposare,
      ad acque tranquille mi conduce.
      Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Contemplatio
Entro nel cuore di Dio, il mio centro solo deve essere Lui, il suo Figlio, lo Spirito Santo, solo Dio… quella Parola che mi aveva colpito la faccio mia, mi dovrebbe aiutare, come anche il silenzio, ad aprire il mio cuore a Dio. La contemplazione, non è un andare in estasi o vedere Dio con gli occhi del corpo, è sentire profondamente la sua presenza che invade il mio essere, è silenzio, è pace…


Alla fine della preghiera, ringrazio sempre il Signore per i doni che mi ha concesso e mi offro a Lui perché si compia in me la sua Volontà.

3 Responses to “Quarta Domenica di Pasqua – A –”

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